Signor Sindaco scenda dalla ruota (panoramica)

Ovvero Il senso di Bucci per i Beni (comuni)
La recente vicenda che ha interessato l’installazione e la successiva smobilitazione della
Ruota Panoramica in Viale Caviglia (giardini di fronte alla Stazione di Genova-Brignole) è quanto
mai paradigmatica della visione che l’Amministrazione Comunale ha della città.
Si potrebbe liquidarla come semplice “baracconata” in un luogo simbolicamente nevralgico
del centro cittadino, ma a ben pensarci dice molto di più.
Intanto segue il principio ben conosciuto ai genovesi più “avvertiti”, sintetizzato dal detto
“stucco e pitua fan bella figua”: come dire che dopo le passatoie rosse, dopo gli ombrellini
multicolore appesi, dopo le corsie d’emergenza posticce per le bici e prima ancora della pensata di
piazzare pretenziosamente bandiere di Genova in altri luoghi-simbolo, il concetto di luminarie
strapaesane deve essere stato visto come coronamento di un progetto che sotto sotto….non ha
niente, cioé nessun vero contenuto – tutta immagine e niente sostanza.
Pensiamo poi alla pretesa di fare coesistere questa “attrazione acchiappaturisti” con un
parcheggio di pullman per le linee extraurbane: forse la bella idea di mascherare una situazione di
degrado e inquinamento?
Però viene anche da chiedersi con quale criterio si intervenga su spazi delicati e/o di pregio
come può essere il caso in esame o quelli che hanno riguardato il porticciolo di Nervi o la
“riqualificazione” di alcune piazze del Centro Storico (di cui Piazzetta S.Elena è un primo
esempio). In essi si percepisce chiaramente che invece di valorizzare le caratteristiche peculiari dei
luoghi, rispettando il cosiddetto “spirito dei luoghi” con i suoi delicati equilibri, si intenda
procedere con una sorta di operazione di asettica pulizia, che li snatura e li rende un prodotto
turistico omologato e in definitiva anonimo, in una parola “finto”.
Oltre a ciò possiamo considerare le idee balzane di infrastrutture per la mobilità, in cui
invece traspare una mania di grandezza (più che altro per i costi da sostenere – vedi il caso dello
Skytram/metro e la Funivia per i Forti) che ha come contraltare una specie di disprezzo per quei
territori da attraversare, i quali ne sopporterebbero l’onere dal punto di vista estetico e funzionale
(visivo, acustico, manutentivo…) senza ricevere un servizio adeguato in contropartita. Tale
procedimento ci riporta ad una sorta di concezione novecentesca delle zone semi-periferiche,
private di fatto del diritto alla bellezza con spazi oscurati da piloni o vagoni sfreccianti davanti
alle finestre, con il corollario di uno spreco di risorse pubbliche.
Perché infine possiamo ancora fare quest’ultima riflessione ritornando al punto di partenza:
dove l’investimento si deve ripagare da sé, utilizzando finanziamenti privati (la Ruota Panoramica),
assistiamo al suo misero fallimento (e questo non è esattamente buona cosa per chi si fa vanto di un
curriculum manageriale), dove invece si fa uso a piene mani di risorse pubbliche, sia in termini di
finanziamenti (per ultimo i soldi previsti per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che della
disponibilità di un Bene, si realizzano operazioni discutibili per non dire sconsiderate (vedi ancora
i Parchi Storici di Nervi sequestrati e vandalizzati per mesi con un altro allestimento posticcio in
occasione di Euroflora) sotto il profilo della sostenibilità socio-ambientale (infatti non sono
praticamente mai oggetto di vero confronto con la popolazione) e financo economica (per le casse
pubbliche), lasciando per di più tracce “rovinose” del suo passaggio.
Se vi è il rischio concreto che tutto ciò si trasformi nell’ennesima occasione persa per
Genova, perché limitarsi al mugugno mentre Lor Signori s’apparecchiano per la festa?

Genova, 20/04/2022