Corso Sardegna: asse o sconquasso?
Forse non tutti in quartiere sanno che, per la realizzazione di una linea filoviaria (il filobus in corsia riservata), si era previsto l’abbattimento di tutti gli alberi di Corso Sardegna. A quanto pare l’Amministrazione, che pure aveva promesso che ne avrebbe piantato altri e per l’intero Corso, ha avuto un provvidenziale ripensamento, ma è tutto da capire il come e il perché.
Riteniamo comunque che tale intenzione vada assolutamente sostenuta, perché non possiamo permetterci di perdere questo ulteriore patrimonio arboreo che metterebbe decenni a riformarsi, ma al tempo stesso pensiamo che non si debba mancare l’occasione per dare maggiore organicità e valore agli spazi interessati, cominciando dall’asse centrale e dai marciapiedi, e dagli arredi urbani che li caratterizzeranno.
E’ indubbio che attualmente prevalga il rumore assordante per gran parte della giornata e incolonnamenti mefitici per la salute pubblica, mentre la via, tanto più negli stalli centrali dove sostano le autovetture, non brilla certo per pulizia.
Certamente debbono essere almeno mantenute le dimensioni degli attuali marciapiedi laterali, i quali garantiscono un minimo di percorribilità per la pedonalità che ne deve potere godere in via esclusiva, per cui l’eventuale pista ciclabile non deve minarne in alcun modo la sicurezza con percorsi promiscui o sottraendole spazio.
C’è tuttavia un altro aspetto che andrebbe approfondito e che lascia perplessi: l’interscambio (o rottura di carico) previsto di fronte a Piazza Galileo Ferraris. E’ ben vero che l’Amministrazione parla di trasporto pubblico con vettori elettrici, ma vien da pensare che la sostituzione delle vetture possa non essere così sollecita e completa, comportando quindi per un tempo indeterminato un innalzamento degli inquinanti proprio davanti ad una scuola e nei pressi della piazza maggiormente frequentata dai bambini del quartiere. Oltre a questo punto davvero fondamentale, bisogna poi valutare se il cambio forzoso del mezzo pubblico, da parte di chi scende dalle zone collinari prospicienti, non rappresenti in definitiva un deterrente per il suo uso, determinando un incremento del traffico stradale privato.
Vorremmo essere rassicurati sulle soluzioni che l’Amministrazione, tramite la Società incaricata di stendere il progetto esecutivo, intende portare avanti. Non manchiamo dunque all’appuntamento della Commissione Municipale della Bassa Valbisagno con l’Assessore e i tecnici competenti, convocata sullo specifico argomento:
Mercoledì 10 Gennaio alle ore 10,00
Pieno sostegno a tutte le iniziative volte a scongiurare il fallimentare disegno del Comune di Genova, soprattutto per ciò che concerne la folle possibilità di imporre il cambio forzoso del mezzo pubblico per chi scende dalle zone collinari in un’area altamente interessata dal plesso scolastico Papa Giovanni XXIII oltre che da uno dei mercati rionali più importanti della città.
Già attualmente per potersi recare nell’ospedale più vicino (Galliera a 4,5 km da Largo Merlo) si rende necessario l’utilizzo di ben 3 (tre) autobus a seguito dell’assurdo accorciamento della linea 47 in atto da moltissimi anni. Con il nuovo progetto per recarsi alla stazione di Brignole (distante da Largo Merlo solo 2,7 chilometri) si renderà necessario utilizzare 2 (due) autobus. È impensabile costringere i cittadini ad aspettare, salire e scendere da 3 (ospedale Galliera) o 2 (stazione FS di Brignole) mezzi pubblici per percorrere distanze talmente brevi, in un quartiere che ai tempi delle circoscrizioni era il più popolato dopo Sestri Ponente e Sampierdarena e che tuttora dopo quello di Genova Centro, é il Municipio più popolato. Fermiamo questa follia. Grazie.
Grazie per il riscontro. Andiamo avanti insieme