Lo SconquAsse: L’Asse di forza “Centro” ovvero una trave nell’occhio del quartiere di Marassi
PER UN MIGLIORE TRASPORTO PUBBLICO
(e una reale riqualificazione degli spazi attraversati)
La popolazione della Valbisagno, e nel caso specifico quella di Marassi, ha davvero bisogno di un trasporto pubblico qualitativamente migliore.
Per essere tale esso deve però fare parte di un sistema integrato che garantisca puntualità e condizioni di viaggio adeguate a renderlo attrattivo negli spostamenti sull’intera rete dell’area metropolitana.
Quello che invece appare un elemento assolutamente critico nel cosiddetto “Progetto dei 4 assi di forza” è che, nonostante il vincolo dei finanziamenti pubblici ad avere almeno il 70% di percorso in sede protetta, a conti fatti se ne prevede molto meno, in particolare in Valbisagno dove ci si attesta a poco più del 50% del percorso, ed esso inoltre, anche per il tipo di vettore scelto (il filobus e non il tram), suggerisce la possibilità di modifiche – leggasi riduzioni – in corso d’opera su corsie riservate (con strisce gialle) più che protette (da cordolature).
Ecco quindi che il rispetto dei tempi di percorrenza comincia ad essere più che dubbio (e quindi delle frequenze promesse), così come si potrebbe pensare del grado di efficacia e comodità del servizio offerto, se è vero che si parla di un taglio di 1 milione di km annui di corse, che non può essere spiegato solo in termini di una sua ottimizzazione, visto che i filobus – per quanto più lunghi – promettono di caricare un numero non sufficiente di utenti (quelli per esempio conferiti da diverse linee collinari già spesso sature), in particolar modo nelle ore di punta ovvero quando ce ne è più bisogno.
Infine è proprio il caso delle linee collinari di Marassi che segnala l’errore concettuale più macroscopico di questa pensata, poiché stiamo parlando di un’area densamente popolata che gravita a poca distanza dal centro, e che quindi costringerebbe a rotture di carico, ovvero a cambiare bus nell’arco di un viaggio stimato in pochi minuti, marcando un ulteriore punto a sfavore per chi intenda servirsene (così come del resto attestano studi trasportistici dedicati a questo specifico aspetto).
Non ultimo motivo di scontento poi è anche la perdita del collegamento diretto con la metro in Sant’Agata, visto che il nuovo filobus transiterebbe da Via Archimede, e dell’interscambio con il bus 48 per l’Ospedale San Martino, la qual cosa sottolinea la poca duttilità del sistema che si vuole adottare.
In tali condizioni non è allora socialmente accettabile un taglio di posti auto che si dovrebbe aggirare sui 500 stalli, in una zona già soggetta a manifestazioni sportive e mercatali e che sarà interessata da cantieri legati a Stadio, rimesse AMT e quant’altro.
Puntare piuttosto su un reale potenziamento del sistema di trasporto pubblico consentirebbe davvero di liberare lo spazio necessario per riqualificare le zone attraversate, riducendo il numero di auto circolanti (o in sosta) in tutta la città.
Commenti recenti